“L’ALBERO DI GIOVANNI E PAOLO” ANCHE A GENOVA!!!

In piazza Martinez, cuore del nostro quartiere, come a Palermo: il 23 maggio 2022, trentennale della strage di Capaci, i bambini, i ragazzi del nostro Istituto Comprensivo, con i loro docenti, sono stati protagonisti del ricordo straordinariamente consapevole, responsabile e vivo di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino e di tanti uomini e donne che hanno dedicato le loro vite alla costruzione di un’Italia più giusta.
Ora c’è un ulivo ancora giovane in un’aiuola della piazza, piantato grazie alla collaborazione del Municipio Bassa Val Bisagno: ai suoi rami sono appesi tanti biglietti: le frasi e i nomi che i ragazzi della Scuola Media vogliono portare nel cuore.
La Dirigente Luisa Giordani, la Vicaria prof.ssa Grazia Gattuso, il Presidente del Municipio arch. Massimo Ferrante, il delegato dell’Ufficio Scolastico Regionale prof. Bagnasco, i rappresentanti di Libera e della Polizia di Stato hanno assistito ad una cerimonia coinvolgente fortemente voluta dai ragazzi della Parini Merello guidati dalla prof.ssa Maria Cristina Galleno . Alla fine di un progetto biennale gli alunni della 3D hanno presentato alcune pagine di un diario scritto immedesimandosi in Emanuela Loi, la prima agente della Polizia uccisa dalla mafia nell’attentato di via D’Amelio, mentre i ragazzi della 2 E hanno letto passi della lettera di classe inviata alla prof.ssa Maria Falcone e della risposta che Ella ci ha personalmente inviato. I bambini delle classi quarte e quinte della Scuola Primaria “Marconi”, che avevano preparato significativi e vivaci cartelloni, sono stati accompagnati dai loro compagni più grandi ad appendere ciascuno un biglietto: nella piazza sono stati scanditi i nomi di Giovanni, Emanuela, Paolo, Francesca, Vito, Rocco, Ninni, Piersanti, don Pino, don Peppe, Peppino, e tanti altri…Anche quello di Giuseppe Di Matteo, dodici anni, rapito e orribilmente ucciso senza alcuna pietà.
E’ stato un momento serio, sì, ma non triste: invece pieno di energia, di coraggio, sì, di coraggio : perché Giovanni e Paolo, amici già da ragazzini, ci dimostrano che già da ragazzini si possono desiderare cose grandi, grandissime, e che si può costruire la propria vita per realizzare il proprio sogno. Essi, come ricorda Maria Falcone, hanno vissuto contro la mafia per amore: per amore dei propri concittadini, della propria città, del proprio Paese, per gli stessi mafiosi, nella consapevolezza che, come scrisse Giovanni Falcone, “perché una società vada bene, si muova nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia…basta che ognuno faccia il suo dovere” e che “gli uomini passano, le idee restano…e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.